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martedì 13 settembre 2022

Alchimia e Yoga ... introduzione di una pratica di Yin Yoga

Qualche settima fa ho seguito una pratica di Yin Yoga, nella cui introduzione l'insegnante ci ha portato a riflettere sugli effetti che lo Yoga può avere in noi. Al cambiamento al quale può iniziarci. Paragonando la pratica un po' come ad un processo alchemico.

Il mio momento di riflessione c'è stato ed anche molto lungo. Ma ora mi decido a condividerne i miei pensieri.

Con la pratica Yoga possiamo cercare di fare quel che di meno prezioso c'è in noi in più nobili, elevanti e per noi migliorative, smuovendo e utilizzando energie sottili e profonde. Queste trasformazioni ci supportano a liberarci delle negatività, delle tensioni, delle rigidità fisiche e mentali, dei vecchi schemi e dei blocchi. 

Ci aiutano a trasformare l'energia negativa in positivi, rinnovando i nostri cattivi intenti in nuovi propositi e in nuove attitudini. Ci aiuta a rinnovare raggiungere la nostra anima, abbandonare il nostro ego e comprendere e il nostro più vero Se interiore, quello che può aiutare a fare chiarezza in noi, a capire chi siamo e dove vorremmo andare, almeno come direzione, senza darci obiettivi o importi aspettative. 

Queste trasformazioni possono essere viste un po' come delle pratiche alchemiche che trasformano le nostre parti più grezze in metalli preziosi, fino a raggiungere la perfezione dell'oro. E qual'è miglior pietra filosofale se non il nostro respiro. E' il nostro respiro che scandisce il tempo, il nostro ritmo di vita e che influenza il nostro stato mentale. Più il nostro respiro é instabile, affannato e rapido, più la nostra mente è agitata, facilmente perturbata dai mille pensieri e dubbi, preoccupazioni e paure. In balia della nostra scimmia che sta lì, insediata nella nostra testa, saltellando da una parte all'altra, instillando in noi mille se,ma,perché e chissà, ce la farò ? 

Ancorandoci a un respiro calmo, stabile e ben equilibrato, la nostra mente e la sua scimmia interiore si acquietano, quasi fino ad ammutolirsi. Le trasformazioni accadono e le nostre più oscure si accendono di luce radiosa, raggiungendo il nostro Se e vero io interiore, fino a parti allo stato più spirituale possibile per noi. Forse non possiamo ricavare oro puro da noi stessi e non possiamo raggiungere la perfezione, l'immutabilità di questo prezioso o l'immortalità, ma raggiungere uno stato migliore da quello da cui siamo partiti, magari si. Sentirci meglio, in pace con noi stessi ed equilibrati si.

Ma come innescare queste reazioni, come sfregare la nostra pietra filosofale ? Allenando il nostro respiro a mantenere il giusto ritmo in situazioni di precarietà, di cambiamento repentino e verso nuovi passi sconosciuti e incerti, abbandonando un po' la nostra "confort zone". Mantenendo la giusta frequenza vitale riusciremo ad accantonare il pensiero del passato e del futuro incerto e pieno di aspettative, rimanendo ben saldi nel momento presente e cogliendo la nostra vera identità. Allenando il nostro corpo ad abbandonare energie negativizzanti, muovendoci verso nuove energie vitali, gioia, benessere interiore, innalzandoci verso il livello più alto del nostro spirito.

C'è un pó di Vinyasa in tutto ciò, in quanto espressione del movimento repentino e instabile e di un flusso continuo. Molto Kundalini in quanto pratica di tecniche di trasformazione di energie negative, malesseri, pensieri, in prana vitale, energizzante e di rinnovamento. C'é tanto Yoga, inteso come espressione di movimento, cambiamento, come processo alchemico ?

Ma che cos'è l'alchimia? E la famosa “pietra filosofale” ? 




Io pensavo che la pietra filosofale fosse qualcosa di invenzione della fantasia dell'autrice di Harry Potter, invece cercando di “alchimia” ho scoperto che era lo strumento attraverso il quale gli alchimisti cercavano di far avvenire le loro reazioni, prima fra tutte la trasformazione del piombo in metallo prezioso. Ma non uno qualsiasi, il più prezioso, l'oro. Il metallo più perfetto ed immutabile. 

Se questo può in effetti sembrare più evidente d'intento di potere e avidità, se si pensa a questo tipo di trasformazione come ad un passaggio verso un livello interiore più elevato, più profondo e spirituale, si può reinterpretare il vero intento dell'alchimista in senso più filosofico.

Precursori degli chimici, degli alchimisti, attraverso le loro formule, antenate delle reazioni chimiche, oltre che effettuare trasformazioni di materia, ambivano a stati più elevati dell'anima e dell'interiorità umana. Combattere le malattie, per tenere nel miglior stato possibile la parte fisica dell'essere umano, per rendere il più longevo possibile, fino a raggiungere la perfezione assoluta e l'immortalità. 


"La trasmutazione alchemica riguarda la trasformazione delle emozioni da negative a positive : un vero alchimista, il giorno in cui è arrabbiato, invece di osare in escandescenze, sa che a disposizione una vera e propria ricchezza : una materia su cui lavorare" tratto da Alchimia

     

Per questo si dice che la pietra filosofale, oltre che avere capacità di trasformazione dei metalli vili in oro, portasse in se l'elisir di lunga vita, che fosse in grado di conferire immortalità e panacea per ogni malattia. Inoltre con la pietra filosofale, nulla più poteva essere sconosciuto, passato, presente e futuro, bene e male, di tutto ciò l'alchimista era consapevole e onnisciente o almeno così si legge. 

Poi magari nello spirito dell'alchimista c'era tanto voler sapere in momenti storici in cui l'uomo non aveva ancora poi così tanti mezzi per arrivare a delle giuste risposte.

Ma per saperne di più sull'alchimia è meglio documentarsi di più, come per esempio leggendo  Il giardino dei libri  o altre letture più qualificate ( Alchimia ).

Ma quindi... praticando Yoga potrei ottenere l'elisir di lunga vita? U per carità .. speriamo di no ... 

Non arrendersi mai

Solaika

mercoledì 1 giugno 2022

La favola africana del Colibrì

Ciao caro Blog,
come puoi notare dal titolo  il Colibrì è il nostro protagonista oggi.
Mi piacerebbe moltissimo avere una mia foto, una scattata da me intendo, di questo piccolo esserino, ma purtroppo non ho mai avuto l'occasione per poterlo fare.
Tra l'altro credo che non ci sarei neanche riuscita, vista la rapidità del suo movimento.
Ma non credo di fare grosso danno a postare qui una foto presa dal web 




Il Colibrì appartiene alla famiglia dei  Trochilidi e come dice Wikipedia


"Sono considerati gli uccelli più piccoli al mondo: la maggior parte delle specie ha un peso tra 2,5 e 6,5 gr una lunghezza tra 6 e 12 cm. Hanno l'abilità di rimanere quasi immobili a mezz'aria, capacità data dal rapidissimo battito alare (dai 12 agli 80 battiti al secondo, a seconda della specie), e che consente loro di cibarsi del nettare dei fiori. La straordinaria mobilità degli arti superiori consenti loro prodezze di volo inimmaginabili per altri uccelli, come volare all' indietro."

A dire il vero ho come il ricordo di averne visto uno in uno dei miei viaggi, forse in Messico, ma non ho avuto prontezza e possibilità di catturarne l'immagine e non credo che comunque sarei stato in grado di farlo dignitosamente. Tuttavia conoscendomi, se avessi avuto una qualsiasi cattura, anche di scarsissima qualità, l'avrei postata .. ma andiamo avanti.

Perché oggi il colibrì? Forse perchè sento la nostalgia dell'Africa? Chissà quando la rivedrò, un pò tipo così .. 


Tsavo - Kenya - 2005


Si in realtà il Colibrì non è proprio una specie di volatile tipico dell'Africa, anzi mi sa che vive proprio altrove. Un volatile molto suo simile che vive invece in Africa è la Nectarinia famosa, della famiglia dei Nettarinidi, come dice sempre Wikipedia  

Ad ogni modo Colibrì o Nectaria .. sicuramente la nostalgia di viaggiare c'è ed è tanta.

Ma quindi cosa mi spinge a pensare al Colibrì ? 

Durante un evento su zoom di Colibrì - Kundalini Experience , uno dei maestri, ci ha spiegato il perchè della scelta del loro nome, scelta proprio ispirata a questo animaletto. E così ci ha raccontato la favola africana del Colibrì, che ricercata sul web dice così :


Un giorno, nella foresta, scoppiò un grande incendio.

Tutti gli animali, di fronte all'avanzare delle fiamme, scappavano terrorizzati, mentre il fuoco distruggeva ogni cosa.

Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e molti altri animali cercavano riparo nelle acque del grande fiume, ma ormai l'incendio stava arrivando anche lì. 

Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume. Dopo aver preso nel becco una goccia d'acqua, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo.

Il fuoco non se ne accorse e proseguì la sua corsa sospinto dal vento.

Il colibrì, però, non si perse d'animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta un goccio d'acqua che lasciava cadere sulle fiamme.

La cosa non passò inosservata.

A un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. 

L'uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l'incendio!”.

Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?”. 

Insieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. 

Ma lui rispose "Io faccio la mia parte" e incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un'altra goccia d'acqua. 

A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume. Dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.

Anche un giovane pellicano si riempì il grande becco d'acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.

Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d'animale si prodigarono insieme per spegnere l'incendio, che ormai arrivava alle rive del fiume. 

A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono ad aiutarli. Quando le ombre della sera calarono sulla savana, l'incendio potè dirsi ormai domato.

Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “ Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti, ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnanto che anche una goccia d'acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande fuoco.


E' una favola carina e credo che l'abbiano scelta per dare il loro messaggio che, come comunità di Kundalini Yoga, cercano di fare la loro parte dando pace e serenità con i loro insegnamenti di pratica quotidiana. Cercano di aiutare noi che ci avviciniamo a loro e alla pratica stessa per poterlo fare al meglio e trarne beneficio interiore prima di tutto.

E' un messaggio molto bello il loro, ma soprattutto quello della favola del Colibrì.

Cosa può fare una piccola goccia di acqua, trasportata da un piccolo esserino, contro l'immensità e la forza del fuoco scatenato su un'intera foresta ?

Cosa può fare un piccolo e flebile respiro, contro l'immensità del turbamento della nostra anima, della nostra mente!!??

Cosa possiamo fare noi con un piccolo gesto di affetto, con un piccolo pensiero positivo lanciato nell'immensità dell'universo ?


Certamente nulla, ma tutti insieme, l'unione di tutti noi, di tutti coloro che nel proprio piccolo,  cercano di fare la propria parte, può fare un grande gesto, un grande movimento di energia e benessere positivo.


Forse sono solo parole, ma mi piace pensare che come il piccolo colibrì, con delle piccolissime gocce d'acqua, sia riuscito a smuovere animali enormi in confronto a lui, come il leone, l'elefante, i rinoceronti e  le giraffe della foresta, per insieme vincere il grande fuoco . Allora si forse anche io con queste mie parole, condivise, ri-condivise e ri-condivise ancora, forse un giorno potrò smuovere forze ed energie e gesti ... in me stessa e nell'universo. Ma forse anche solo nelle persone a me più vicine, che sarebbe già un piccolo successo.


Piccoli gesti, ripetuti senza arroganza, senza giudizio e aspettativa, senza fare troppo rumore, solo per fare la mia parte, per smuovere un pò di energia positiva.


A presto Blog

Never Give Up


Solaika

giovedì 19 maggio 2022

Trasformazioni

Buongiorno caro blog,

siamo a giovedì e ieri è stato mercoledì, giorno di vinyasa con Claudia sulla Nuvola. 

Ieri sera è stata parecchio impegnativa e sarà anche perché a Torino è scoppiato il caldo torrido da estate inoltrata, ma un cedimento l'ho avuto. 

Non fa niente, non bisogna giudicarsi, anzi bisogna guardarsi con occhio da   osservato semplicere esterno  e allontanarsi. Quindi un attimo di Balasana , la posa del bambino e si riprende. 

Il flow come al solito non era serrato, ma questa volta il focus era su due asana notevoli, di cui sinceramente non ho capito se e quale delle due fosse in preparazione dell'altra. Ma prima ancora c'è stata una intera sequenza di preparazione ad entrambe e di lavoro niente meno che sugli avambracci. 

E quindi sto parlando della posizione del delfino, Ardha Pincha Mayurasana , chiaramente la preparazione della preparazione dell'asana finale, che di certo non arriverò mai a fare.



Mentre l'altra è una variante di Vasisthasana o plank laterale sugli avambracci.



Ti lascio quindi immagina tutte le asana di preparazione sugli avambracci ...

molto calorico ....

Ma non voglio qui dilungarmi con nomi di asana e difficoltà particolari ... non qui caro blog

Voglio riportare il focus sull' intento della lezione, sui particolari pensieri espressi da Claudia durante l'evolvere da un'asana all'altra o nei momenti di raccoglimento, pausa tra un vinyasa e l'altro, durante i Balasana o gli Ado Mucca Svanasana .

Durante questa lezione abbiamo praticato molto intensamente, abbiamo affrontato molte difficoltà e impedimenti fisici. Ma anche impedimenti mentali, in quanto la fatica e il dolore possono creare in maniera non così secondaria anche il blocco a livello mentale, che se non si supera per primo, non può darci modo di superare anche la barriera fisica, o comunque almeno di provarci . Se la mente non ci aiuta per prima, ci arrendiamo al dolore. 

E infatti il ​​mio cedimento al secondo flusso di preparazione di  Ardha Pincha Mayurasana è stato causato proprio dalla mia mente che mi ha detto .. fermati un attimo per favore perchè sembrerà strano, ma gli avambracci sembrava davvero male !

Ma nonostante questo mio attimo di cedimento, arrivato al primo vero momento di pausa, il pensiero di Claudia è stato fondamentale per farmi capire che durante una pratica così intensa, seppur sentendo fatica, fastidio, stanchezza, magari mi sono fermata, ma sono comunque andata avanti , ho superato, ho affrontato con apertura ogni nuova asana, ogni flusso, ogni passaggio, con apertura, forza e coraggio e non mi sono lasciata sopraffare dagli ostacoli. E solo quando mi sono fermata e ho ascoltato le sue parole ho capito quanto in fino realtà allora ad avevo trattenuto, accumulato durante la pratica, quanta energia e avevo calore generato e che fermando il mio movimento ha iniziato a fluire e rilasciarsi nel mio corpo e nella mia mente.

Prana che è entrato in movimento in me, veicolato dal mio respiro, controllato e potente, ma non affaticante, che insieme al movimento durante i flow, ha generatore calore e energia vitale. E così ogni ostacolo, ogni resistenza, ogni difficoltà, affrontata con apertura e coraggio si è trasformata da negatività in positività vitale.

E questo è poi anche il principio del Kundalini Yoga, trasforma la nostra parte fisica e più sottile negativa in energia positiva. Tutte le tensioni più profonde e radicate, tutti i dolori, i sacrifici e le tensioni accumulate possono in fondo essere per noi mezzo di rinascita ed evoluzione, attraverso la loro trasformazione in energia positiva e vitale.

Quindi alla fine ci sono diversi stili di yoga, questo è vero, ma alla base qualcosa di comune lo hanno. Ma soprattutto quel che ci insegnano è che quel che accade sul tappetino, tenere dietro anche nella vita di tutti i giorni.

Trasformazione della parte più negativa, più pesante e stressante, più dolorosa e rischiosa della nostra vita, in positività. Aprendoci agli eventi e reagendo in maniera costruttiva e trasformatrice, possiamo lasciarci alle spalle i passaggi più ostacolanti per noi ed evolvere verso un qualcosa di migliore, più benefico e benevolo.


Il pensiero è grandioso, l'intento sfidante .. tentar non costa nulla, proviamoci dai ...


Alla prossima

Non mollare mai

Solaika 



  







mercoledì 18 maggio 2022

Couscous a modo mio

Buongiorno caro blog,

non mi sono dimenticata di te, assolutamente.

In questi giorni mi sono dedicato alla preparazione di un prossimo breve viaggetto, ma ti ho sempre tenuto ben a mente.

Oggi ti scrivo per illustrarti la mia ultima creazione culinaria .. il Couscous a modo mio 






qui presentato in modalità pausa pranzo su scrivania, davanti a tastiera e pc.

Sono rimasta molto soddisfatta devo dire, di questa mia variante fresca soprattutto estiva e veloce veloce.

Ingredienti? Ovviamente il meraviglioso couscous, del quale avevo in cucina una versione integrale. E poi fagiolini, peperoni grigliati, olive e feta che, da buona "anima greca" come mi definisce la mia collega Elisa,  non posso che reputare essere il miglior abbinamento possibile. Infine come chicca ho utilizzato la paprica e l'olio al peperoncino piccante.


Quindi andiamo a vedere insieme come ho proceduto 


Ovviamente ho lavato e sbollentato i fagiolini, quindi li ho stagliuzzati a pezzetti piccoli piccoli, dopo averli lasciati raffreddare un pochino.

Ho grigliato i peperoni? Ma no dai non posso trassare così tanto .. 

Ho acquistato già quelli grigliati e confezionati. Li ho però scartati e stagliuzati prima in listarelle e poi in pezzettini.

Ho buttato in un pentolino con dell'acqua mezzo dado vegetale, per preparare un pochino di brodo, anche meno, realmente ne basta davvero poco.

Quindi ho fatto tostare in un pentolino dal fondo antiaderente il couscous. Ne ho versati 160 grammi, perchè la mia porzione di carboidrati a pranzo è di 80gr. Così ne ho preparate almeno due porzioni per me, per due pranzi.

Dopo averlo fatto tostare per qualche minuto ho versato sopra un pò di brodo, poco alla volta, continuando sempre a girare. Un paio di volte. Poi ho cominciato a versare con il cucchiaino un pò di olio piccante, ho girato, spolverato con un pò di paprica, e ancora olio e paprica, un paio di volte, tre al massimo, per non ustionarmi poi troppo labbra, palato, lingua, esofago e stomaco di piccante 😆 

Quando mi è sembrato che il couscous fosse cresciuto abbastanza e avesse assorbito bene brodo e olio, l'ho tolto dalla pentola e versato nel mio recipiente in cui poi l'avrei conservato.

Quindi ho aggiunto i miei ingredienti, i fagiolini, i peperoni, le olive e la feta e aggiustato di olio. Non ho aggiunto sale in quanto i fagiolini erano già salati dall'acqua della loro cottura e il couscous del brodo vegetale già salato di suo.

Chiuso bene con coperchio e risposto in frigo almeno fino al pasto successivo, nel mio caso il pranzo successivo.

Questa mattina l'ho tirato fuori dal frigo rimescolato bene con la forchetta per ravvivarlo e poi ne ho versato la metà nella mia ciotola da lavoro e voilà il mio pranzo è pronto.

Molto soddisfatta direi !

Non ho fatto molto menzione di quantità in quanto penso che sia una ricetta molto free, le quantità sono a gradimento di ciascuno di noi.


Consiglio molto !


Alla prossima

Never Give Up

Solaika




mercoledì 4 maggio 2022

Tapas

Buonasera blog,

sono nuovamente arrivata al giorno della settimana della lezione di vinyasa con Claudia. E nuovamente la sua lezione é stata fonte di ispirazione, di voglia di approfondimento e di ricerca di nuovi significati, per dare nuove spiegazioni e interpretazioni di questo  mio viaggio nella vita. Sono sempre mie interpretazioni 🙊  alle quali probabilmente la mìa mente si accosta più semplicemente per essere più serena e felice. Ma alla fine che male c’è nel dare la propria migliore interpretazione alla vita ?

Questa sera ci ha parlato di un termine sanscrito “Tapas” che significa calore generato dal fuoco per attrito, frizione, come succede quando si sfrega il bastoncino per accendere il fuoco. 

Un fuoco interiore che si accende grazie alla disciplina, alla forza di volontà, all’austerità, alla capacità di metterci alla prova anche quando vorremmo magari restare nella nostra zona di comfort, a nostro agio e senza troppo sforzo. 

Invece  praticando  Tapas, generando calore, possiamo bruciare le impurità del corpo e della mente, bruciare i vecchi schemi, le abitudini negative. Evolvere  e cambiare aprendoci al nuovo e al cambiamento , autodisciplinandoci con passione, ma anche con il coraggio di bruciare e scrollarci di dosso le impurità fisiche e mentali.

Certo queste non sono le mie interpretazioni, non avrei potuto arrivare a tanto 🙈, ma il frutto delle ricerche fatte dopo la pratica di questa sera, curiosa di capirne di più e verificare se ne avessi capito qualcosa.

E così ho capito che Tapas è anche impegnarsi quando non ce la si sente, sforzarsi e applicarsi con dedizione e disciplina, superando gli ostacoli, quelli reali, gli impedimenti fisici o di qualsiasi altra natura o anche solo la stanchezza o la pigrizia .

Possiamo così cogliere l’opportunità di aprirci al nuovo gioendo delle nuove possibilità e dell’imprevisto.Lasciando così alle nostre spalle ciò che ci blocca e impedisce la nostra evoluzione.

E questa invece è mia interpretazione veramente 🐵 .... sul tappetino possiamo metterci sempre in gioco, restando in situazioni di scomodità con asana più o meno complesse e impegnative, eseguendo kriya sfidanti, stressando il nostro corpo fisico o sottile, oppure anche semplicemente disciplinandoci nel compiere una  meditazione, un esercizio di pranayama, recitando un mantra o tenendo un mudra.

Possiamo generare calore attraverso il nostro fuoco interiore, la nostra energia vitale, prodotta dalla pratica per bruciare, respiro dopo respiro, quel brutto pensiero, quell’ ansia, quella vecchia abitudine o schema. 

E praticando sul tappetino possiamo educarci a fare tutto ciò anche nella vita, così da accettare le sfide e i cambiamenti senza troppo timore. Accettare il momento di dolore e difficoltà o dispiacere, perché può essere tapas, quell’ attrito, la miccia di quell’ incendio che può bruciare le impurità e dare il via al cambiamento. 

A questo punto mi viene da pensare veramente che queste siano mie interpretazioni per sfuggire  agli aspetti negativi del mio cammino,  però se così riesco a stare meglio e essere più serena e felice beh ... ben vengano.

In fondo é accertato, almeno da me si, che dopo aver provato queste emozioni ed essere riuscita a dominarle e superarle, si può risalire, apprezzando solo dopo il vero piacere della felicità semplice e fatta di poche cose. Così  come il piacere della pratica di un kriya, di un flow di vinyasa, di una sequenza di ashtanga o di una meditazione. Se poi completiamo con qualche esercizio di pranayama, raggiungere il silenzio interiore é il massimo del senso di pace e realizzazione.

Come ha detto Claudia questa sera “espandersi in un’inspirazione e sentire la propria pelle sciogliersi e fondersi con l’aria” .. più o meno .. o forse anche questa è una mia interpretazione.

E quindi pratichiamo il Tapas. 

Ma poi .. le Tapas non erano quegli stuzzichini sfiziosi spagnoli che si mangiano a ogni ora 🙈🙉🐵🙊 o mamma che confusione che faccio.

Ma tanto questi sono solo discorsi tra me e te vero caro blog ?

Alla prossima 

Never Give Up

Solaika

Plumcake allo yogurt greco e vaniglia

Buongiorno blog !

Ti ispira questo plumcake ?

Yogurt greco e vaniglia .. non deve essere niente male 






La ricetta l'ho trovata qui 

Magari prossimamente ci proverò. In realtà è da qualche giorno che vorrei farne uno, ma per un motivo o per l'altro non ci riesco.

Ma lo sai che preparare dolci è un vero toccasana ? Ma mica tanto perchè il secondo passaggio alla degustazione, proprio per il passaggio dedicato alla loro preparazione.

E' un momento di puro relax  per non dire poi il successivo momento in cui il preparato è in forno. Comincia ad espandersi il delicato e meraviglioso profumo che invade tutte le stanze, altro che aromaterapia !  

E poi  vedere il risultato finale, sempre che riesca, perchè ovviamente non è così scontata la riuscita della preparazione.

Ma quando il miracolo accade .. che grande soddisfazione !


Beh ti aggiornerò quando avrò preparato queste dolcezza !

Alla prossima caro blog !

Never Give Up

Solaika


lunedì 2 maggio 2022

Ricordati di respirare

Buonasera caro blog,

la lezione di Yin Yoga sulla Nuvola con Valentina di questa sera, mi ha lasciato con questa intenzione, preservare la mia serenità. Poiché alla fine di tutto penso che sia il bene più prezioso che io possa avere.

Come fare ? Beh le parole che hanno colpito nel segno questa sera,  più o meno dicono così, con qualche mia rielaborazione 


“Impariamo  a rimanere nel momento presente, nel nostro silenzio interiore e nel nostro respiro, senza  ostacolare l’arrivo dei pensieri, ma lasciandoci da loro attraversare, arrivare  e andar via, senza lasciarci travolgere, senza giudizio e attaccamento. E così come nella pratica anche nella vita di tutti i giorni, lasciamo andare, senza farci travolgere da eventi ed emozioni, preservando il nostro equilibrio e la nostra tranquillità e pace interiore. Eventi, emozioni, tensioni così come arrivano, passano e se ne vanno,  così come le foglie degli alberi che germogliano, crescono,  appassiscono e vanno via per tornare poi  di nuovo, con l’alternarsi delle stagioni e il passare del tempo.”





In queste frasi c’è un pó di tutto, tanta della mia esperienza di vita che va dalla pratica di Yin di questa sera, alle svariate pratiche di meditazione e esercizi di respirazione. Ma persino delle lezioni di mindfullness degli  anni passati. E si non mi sono fatta mancare neanche quelle 🙄

Ma tutto fa ! Tutto aiuta ! Sopratutto ascoltare questo nostro respiro, che sembra essere solo uno scambio di gas dall’esterno all’interno del nostro corpo e viceversa. 

Invece è molto di più. E’ prana, energia vitale, è tutto quanto di più forte e positivo possiamo fare per il nostro benessere e la nostra serenità interiore. 

Never Give Up

Solaika 

domenica 1 maggio 2022

Calle rosse granata intenso



Buonasera blog, 

oggi è il compleanno di Massimo , tanti auguri amore mio  😍 

Quest’anno mi sono persa, non ho realizzato che forse potevo comprargli un regalino … 🙄 boh rimedierò  

In compenso ho ricevuto io uno splendido regalo. È successo che un giorno ero da mia zia che per qualche ragione aveva ricevuto lo stesso regalo. Spontaneamente ho detto “anche io ne vorrei una cosi” e dopo qualche periodo zot è arrivata anche a me. 




E si la calla è sempre stato uno dei miei fiori preferiti. 
Le calle bianche sono di una finezza incredibile.
Ricordo ancora il mio bouqet da sposa di piccole calle bianche…..
C’è stato un periodo della mia vita in cui avevo cominciato a prendermi cura di alcuni vasi di calle. In estate le tenevo all’aperto mentre in inverno le portavo in mansarda. Erano sempre verdi e bellissime e fiorivamo anche in inverno. 
Non richiedevano neanche troppe cure. Poi mi sono sposata ho lasciato la casa e le ho perse di vista. 

Devo  dire che anche in questa versione rosso granata intenso, che poi ormai  é il mio colore  preferito,  hanno un loro perché.
Questa mattina mentre mi affaccendavo in cucina vicino al tavolo, ho notato una cosa che  non avevo mai visto prima sinceramente o almeno non me ne ricordo. Sia  i fiori che le foglie  avevano delle gocce d’acqua, che trasudavano dalla pianta. La calla piangeva o sudava o sta cercando di adattarsi al nuovo ambiente. Speriamo in questa ultima ipotesi e che c’è la faccia. 
Comunque la pianta me l’ha regalata mia zia, la stessa che mi regalò vent’anni fa anche il tronchetto della felicità che ancora adesso è nel salotto. È una forza della natura quella pianta. Magari ti racconterò di lui in un’altra occasione dedicandogli anche qualche immagine particolare. 
Ecco un’ultima foto delle nuove piccole calle rosse con una gocciolina. E speriamo che abbiano la stessa fortuna del tronchetto, per la felicità di Massimo che alla fine mi aiuta sempre a prendermi cura di tutte le mie amiche sempre verdi. 



Alla prossima caro blog. 
Never give up. 
Solaika 

lunedì 25 aprile 2022

Torta salata a spirale

Buongiorno blog 

tu mi conosci e lo sai che non sono monotematica. 

Pertanto prendiamoci una pausa da asana, meditazioni, mudra e mantra vari. 

Ricordi uno degli altri argomenti di cui scrivo ogni tanto ? Non ricordi i miei pasticci “culinari” ? Ma si dai quegli intrugli che mi piace preparare e fotografare, non puoi aver dimenticato. Anche perché da quando ho iniziato a passare più tempo in casa, a causa di lock down, smart working etc etc la mia presenza in cucina si è intensificata. 

In questo post voglio presentarti una mia ultima variante di torta salata. La ricetta originale richiedeva come farcitura pomodorini, prosciutto e formaggio, io ho fatto un pó di modifiche. 

Diciamo che quello che mi ha colpito di più di questa ricetta non è stato affatto la farcitura, certo quando devo fare una torta salata cerco sempre qualche punto in rete per farmi venire qualche idea originale. Però la fantasia non manca quasi mai. Ma come dicevo quel che mi ha colpito in questo caso non è stata la farcitura bensì la composizione e l'effetto finale. Quindi vado subito a mostrarti il ​​risultato finale così potrai capire meglio. 



E voilà carina vero?

Allora cominciamo. Come farcitura ho deciso di utilizzare 

- verdure grigliate ( melanzane,zucchine e peperoni) della Orogel, deliziose, che ho solo fatto andare un pó in padella

- formaggio a fette ( Biraghi ) a proprio piacere 

- gorgonzola

questi gli ingredienti per la farcitura vegetariana

- prosciutto cotto 

- formaggio a fette , stesso della farcitura vegetariana 

- gorgonzola , stesso della farcitura vegetariana 

- olio piccante con peperoncino 


A già dimenticavo, avendo una commensale era vegetariana, così ho deciso di fare una metà di torta solamente con verdure e formaggi e l’altra metà con prosciutto e formaggi.

Ho utilizzato due confezioni di pasta sfoglia in formato tondo.

Con la prima ho rivestito la mia pirofila, la seconda  l’ho utilizzata insieme alla farcitura tagliandola a strisce disegnando dei cerchi, uno dentro l’ altro, distanziati tra loro qualche centimetro, con la punta di un coltello.

Quindi ho fatto i soliti forellini con la forchetta sulla base della pasta stesa nella pirofila e ho cominciato con la farcitura della parte vegetariana. 

Ho disposto un pó di verdure grigliate  cominciando dall’esterno lungo il bordo della pirofila.Ho fatto una fila lungo la metà del diametro. Poi ho disposto un striscia di pasta sfoglia appoggiata alle verdure. Quindi ho disposto delle fettine di formaggio tagliate a pezzetti sulla striscia di pasta sfoglia e poi ho ripetuto con un’altra striscia di pasta sul formaggio. Per l’ultimo strato ho disposto dei pezzetti di gorgonzola sull’ultima striscia di pasta sfoglia. Poi ho riadagiato una nuova striscia di pasta. Quindi ho ricominciato con altri strati ripetendo come fatto finora arrivando circa al centro della torta. Così ho completato la parte vegetariana. 

Per la metà restante ho effettuato lo stesso tipo di disposizione alternando uno strato di prosciutto, pasta sfoglia, uno strato di formaggio, pasta sfoglia, uno strato di gorgo, pasta sfoglia e da capo, nuovamente fino ad arrivare al centro. 

Al centro ho poi messo qualche pezzetto di peperoncino in circolo e ho bagnato il lato con le verdure con qualche goccia di olio piccante. 

Per la doratura della pasta sfoglia ho usato il latte, come era indicato in ricetta, anziché il classico tuorlo d’uovo. Nel latte avevo messo dei semini misti di lino, sesamo etc

E quindi via in forno preriscaldato per una ventina di minuti a 200 gradi.

Il risultato finale oltre che essere differente dal punto di vista estetico, non affatto male neanche al palato. 

E questa era la descrizione del mio pasticcio, per la ricetta originale segui questo link

Alla prossima 

Non mollare mai. 

Solaika

giovedì 21 aprile 2022

Mi sento come una spugna e assorbo, assorbo e assorbo

Buongiorno blog 

in questo periodo mi sento come una spugna.

Durante ogni pratica di Yoga ascolta le parole dell'insegnante di turno,

guarda caso mi colpiscono sempre e mi viene voglia di tenerne traccia e assorbo, assorbo come una spugna.

Ovviamente non è detto che io ricordi le loro esatte parole,  tantomeno che ne capisca il messaggio corretto.

Anzi probabilmente la verità è che mi è più facile assorbire di un loro discorso quel che penso possa rendermi più felice e farne quindi mia interpretazione in tal senso.

Ma alla fine cosa c'è di male? Non penso sia così sbagliato.

E quindi la lezione di ieri sera era di Vinyasa in live  streaming  sulla  Nuvola 

La frase che mi ha colpita è questa, anche se ripeto, potrebbero non essere le esatte parole.


" Tutti gli esseri umani hanno qualcosa che gli accomuna, ovvero quando qualcosa di desiderato non accade sopraggiungono tristezza, disperazione e dolore e tutto sembra fermarsi.   Non bisogna invece fermarsi tutto deve fluire ininterrottamente, bisogna seguire il flusso delle cose, lasciando scorrere l'energia dentro dentro di noi. L'energia che ci permette di muoverci da un'asana all'altra è la stessa che ci lascia fluire durante il percorso della nostra vita, anche quando le cose non accadono come vorremmo. 

Lasciamo fluire il nostro percorso senza ostacolarlo, senza creare rigidità, accettando i cambiamenti anche in quel che in realtà non accade "


Questa lezione del mercoledì sera da calendario è tenuta da Claudia  e ieri sera c'era lei infatti, fortissima ... devo dire che questo per me è un modo del tutto nuovo di praticare Vinyasa Flow e che non mi spiace affatto.


Cmq .. chissà che poi alla fine qualcosa non accada veramente ..


Never Give Up

Solaika